Nei giorni scorsi il trionfo di Davide Nedrotti, al Campionato mondiale di pesca con esche artificiali da riva svoltosi in Bosnia, ha infiammato i cuori e le chat dei tanti appassionati di pesca bresciani. Un titolo che premia il grande talento del ventenne, di casa a Roè Volciano, che a Kiseljak ha coronato un importante sogno. Come sempre disponibile, Davide ha risposto a qualche domanda.
BCP: Partiamo dalle emozioni. Cos’hai provato a Kiseljak nelle ore della vittoria?
Davide: Sono emozioni impossibili da descrivere. Ci eravamo preparati bene, con un gruppo molto unito tra gli atleti, lo staff, i Ct e gli amici che erano con noi. Ci abbiamo creduto tanto e, quando abbiamo saputo di avercela fatta, sia come squadre che dal lato mio individuale, le emozioni sono state veramente intense.
BCP: Che atmosfera hai trovato durante il campionato?
Davide: Noi atleti eravamo molto tesi, ma lo staff e gli amici presenti sono riusciti a farci stare bene, concentrati unicamente sull’obiettivo che avremmo dovuto raggiungere. Venivamo dall’esperienza positiva dell’anno scorso in Bulgaria, pertanto in Bosnia tutti gli occhi erano puntati su di noi. Devo dire che lo staff è stato fantastico, aiutandoci a pescare in tranquillità raggiungendo il risultato sperato.
BCP: Quanto impegno c’è dietro un simile risultato?
Davide: La preparazione è stata senza dubbio tantissima, con ore e ore di allenamento e di preparazione dell’attrezzatura; oltre a questo, abbiamo dovuto informarci sui luoghi dove saremmo andati a pescare, sul tipo di pesce che avremmo trovato e sulle condizioni dell’acqua che avremmo affrontato. Insieme allo staff tecnico, abbiamo cercato di capire quali artificiali preparare e come impostere la gara. Circa un mese prima della competizione, col Vice Ct Gianni Scagnet e con Valentino Vidrasc siamo stati un paio di giorni sul campo gara per farci un’idea della situazione. A seguire, attraverso varie videoconferenze, abbiamo deciso il tipo di impostazione che alla fine si è rivelato vincente.
BCP: Nonostante i tuoi vent’anni, hai un palmarés eccezionale. Quali sono i tuoi traguardi del cuore?
Davide: Fino a qualche giorno fa il mio obiettivo era quello di vincere un Mondiale, anche individuale. Adesso che ho coronato questo sogno, nei prossimi anni cercherò di riconquistare il titolo, per portare il mio gruppo ai livelli più alti. Con la mia società Sampei Spinning stiamo facendo un bel lavoro, i ragazzi sono fantastici, si allenano e due di loro ci hanno seguiti in Bosnia. Spero che nei prossimi anni arrrivino grandi emozioni anche per loro.
BCP: Brescia che pesca si rivolge anche ai neofiti. Ci racconti la tua tecnica?
Davide: La disciplina di pesca con esche artificiali da riva in torrente si svolge con una canna da spinning di una lunghezza massima di 2.75 e l’utilizzo di artificiali come rotanti e ondulanti, oltre all’utilizzo di testine piombate con inneschi di esche siliconiche che imitano insetti presenti in natura. Il Campionato che si è appena concluso si svolge in modalità No Kill, pertanto è obbligatorio l’utilizzo di ami privi di ardiglione. Ogni concorrente ha al suo seguito un commissario, che per tutta la durata della gara controlla la validità di ogni singola cattura convalidandola attraverso un ticket. Si svolgono quattro turni da 45 minuti, alla fine dei quali la somma dei quattro piazzamenti porta alla classifica finale.
BCP: Tu sei un campione mondiale di pesca a soli vent’anni. Cosa diresti ai tuoi coetanei, per trasmettere la bellezza di questa passione?
Davide: Ai miei coetanei direi di provare ad approcciarsi al mondo della pesca, non tanto a livello di competizioni, ma come sport sano all’aria aperta nel massimo rispetto del pesce. Uno sport che può distrarti dai problemi della vita quotidiana e che può farti passare qualche ora in tranquillità in riva a un fiume o ad un lago. Successivamente, se la cosa appassiona, si può guardare al mondo delle gare che danno grandi soddisfazioni.
A cura di Marco Vignoletti