Filippo Gavazzoni: «Parliamo del Siluro nel Garda, partendo da questa strana foto»

Un "poker" di Siluri

Ecco a voi un po’ di Siluri pescati nel Lago di Garda. Certo, in linea teorica non dovrebbero trovarsi qua, in quanto specie non autoctona. In realtà sappiamo che si trovano un po’ ovunque ormai e, piaccia o meno, le cose stanno così. Nel Garda, il Siluro è catalogato ufficialmente già nel 1988 (sicuramente presente da prima), ved.”Ittiofauna del Lago di Garda” di Ivano Confortini.

Ma cos’ha di strano questa foto? Questi Siluri sembrano praticamente fatti con lo “stampino”. Negli ultimi tempi si sono decisamente incrementate le catture nelle reti di questa specie, come detto, con la caratteristica di aver, più o meno, la stessa misura. Una strana coincidenza? Forse sì, forse no. Certo, i subacquei ogni tanto ne catturano anche di più grossi, ma in determinate zone e profondità, la pezzatura è più o meno la medesima. I motivi? Sinceramente, ancora una volta, non saprei dire con certezza; di certezze ve ne sono davvero poche a mio parere. Potrebbero aver trovato, ultimamente rispetto a un tempo, situazioni più idonee per la riproduzione, tanto da giustificare, in percentuale, un amento delle catture di misure simili, quindi verosimilmente sono nati in gran numero nello stesso periodo.

Oppure, come mi riferiscono alcuni pescatori di professione del basso Garda, da quando le Anguille sono state vietate, al pari delle Alborelle, non si sono più fatte pesche in determinate zone a basso fondale. Proprio questi fondali rappresentano, in certi periodi, zone ideali per la frega del Siluro, garantendo così ipoteticamente il loro moltiplicarsi indisturbati. Oppure potrebbero essere stati immessi volontariamente ma, anche in questo caso, come per le ipotesi sopra, non vi sono per ora certezze a riguardo. Quasi certamente questo incremento non è altro che il risultato di più fattori. Insomma, può essere una naturale evoluzione della caratteristica d’invasività di questa specie, agevolata o meno da fattori ambientali e/o da altri fattori.

Sarebbe però doveroso e interessante capirlo con certezza. Le catture infatti non sono più sporadiche come anni fa; ora la cosa, non solo a mio parere, si è fatta più seria. Soluzioni? L’eradicazione, per una specie simile, certamente ormai acclimatata nel Garda, è pura utopia ed è inutile credo anche considerarne la possibilità. Un monitoraggio/contenimento invece è una possibilità prevista e da portare avanti, attraverso un coordinamento interregionale. Se si decidesse si agire in tal senso, da un problema potrebbe palesarsi anche un’opportunità.
Vista la difficile situazione legata alla pesca di professione, tra le altre cose in questi mesi praticamente ferma, sarebbe interessante poter reclutare gli stessi pescatori per azioni di contenimento alle specie alloctone, in questo caso il Siluro, insieme alla “manutenzione” dell’habitat. I pescatori gardesani hanno i mezzi e le conoscenze per poterlo fare.

Veneto, Lombardia e Trentino, per competenza, avrebbero la possibilità di affinare un rapporto sempre più stretto di collaborazione con la pesca e i pescatori di professione, prevedendo una quota economica da investire per azioni di contenimento e quindi di tutela della biodiversità. Questa ipotetica collaborazione potrebbe da un lato garantire un potenziale reddito ai pescatori di professione, nei momenti di minor o nulla redditività. Dall’altro, le loro azioni di contenimento, andrebbero evidentemente a beneficio di tutto l’ecosistema. Sarebbe più che giustificato investire delle risorse economiche in tal senso, che si renderebbero utili sotto vari aspetti.

Immagino che se vi fosse un’associazione di categoria in grado di comprendere al suo interno tutti o quasi i pescatori di professione gardesani, diventerebbero certamente più snelle e realistiche le procedure amministrative sopra ipotizzate. Concludendo, a riprova di questo andamento, posso dire che, dopo aver organizzato una battuta di pesca sportiva subacquea al Siluro la scorsa primavera, con 250 kg di esemplari catturati in poco meno di tre ore ( di cui due oltre i 2 metri!), la situazione potrebbe essere ormai fuori controllo, ma  non é troppo tardi per adottare le soluzioni sopra proposte.

Filippo Gavazzoni

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