Filippo Gavazzoni: «Un progetto appassionato per la riproduzione dell'Alborella»

Uova di Alborella

Quelle che vedete nella foto di copertina, sono centinaia di migliaia di uova di Alborella, deposte nello stabilimento ittiogenico di Porto Ceresio, Lago di Lugano. La metodica è totalmente naturale, non vi sono “spremiture” per ottenere le uova, né fecondazione artificiale; le Alborelle, per la loro fragilità e dimensione, non vengono infatti toccate dall’uomo, ma solamente poste in condizione ottimale per poter deporre secondo istinto. E’ far trovare il substrato idoneo e la temperatura corretta per stimolare la “frega” (atto della deposizione e fecondazione delle uova), il fattore principale da ottenere.

L’efficacia di questo sistema l’ho potuto vedere e comprendere in Svizzera, alla presenza degli ittiologi che hanno codificato un procedimento che sta contribuendo a ripopolare il Lago di Lugano di Alborelle che, come per il Lago di Garda, verso fine degli anni ’90 sono andate in contro ad una velocissima decrescita fino quasi a scomparire. L’Alborella, negli anni, dapprima abbondantissima, ha avuto un decremento sempre maggiore e molto veloce per poi, verso la fine degli anni ’90, praticamente scomparire.

L’UPSdG – Unione Pescatori Sportivi del Garda, da anni sta attuando progetti per stimolare la riproduzione di questo pesce, e oggi, grazie al gruppo di lavoro che ho creato (Comune di Peschiera del Garda, Green Forest-Verona, Studio Architettura Molon-Verona, Gardaland Sea-Life, Veneto Agricoltura) – col finanziamento dalla Fondazione Cariverona -, siamo pronti per replicare l’esperienza svizzera sul Lago di Garda, a Peschiera del Garda.

Abbiamo già realizzato il progetto, sia strutturale che impiantistico, identificato lo stabile, richiesta la concessione e la futura gestione. Il futuro “ex Regio Stabilimento Ittiogenico di Peschiera del Garda”, che nell’800 e primi ‘900 era considerato il più prolifico d’Italia, diventerà il punto di riferimento per la riproduzione dell’Alborella e sarà anche un percorso didattico per tutte le scuole, al fine di vedere come nasce il pesce, come evolve un ambiente naturale e come fare per preservarlo, temi di importanza pari alle azioni di tutela e ripristino ambientale.

Ringrazio infine il giornale online “Brescia Che Pesca”, per concedermi lo spazio per fare informazione e “Cultura dell’Acqua”, quanto mai indispensabile e fattore primario, se si vuole davvero considerare la possibilità di ripristinare e recuperare un equilibrio in un habitat tanto prezioso e particolare come quello del Lago di Garda.

Filippo Gavazzoni

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