Un modello di tipo professionale, quello della rete di circa 50 metri recuperata nei giorni scorsi dai fondali del lago di Garda, a circa quindici metri di profondità, di fronte alle Grotte di Catullo di Sirmione (nella foto). Impossibile risalire al proprietario del “reperto”, in mancanza dei tanto auspicati cartellini identificativi; una richiesta accorata che arriva dal Wwf, in considerazione del pericolo che queste reti “fantasma” rappresentano per i pesci ma anche per i sub, quando restano in sospensione.
A inquadrare la questione bastano le stime: ogni anno, a livello globale, si calcola che tra 500mila e 1 milione di tonnellate di attrezzi da pesca finiscano in mare e nei laghi. Ad accorgersi della sgradita presenza della rete, un pescatore sportivo subacqueo che, diligentemente, ha segnalato il problema ai volontari del Wwf Bergamo – Brescia, prontamente intervenuti sul posto.
secondo voi un bracconiere mette il bollino sulle reti ? forse era un pescasportivo che vende il pesce a ristoranti compiacenti….